Non tutte le ciambelle nascono con il buco
Diciamolo, non tutti i progetti nascono con il buco, esattamente come le ciambelle. Quando succede, e può capitare credimi, non è bello!
Quando mi è successo, si anche a me, è chiaro che qualcosa non ha funzionato come avrebbe dovuto. Se fosse stata una ciambella mi sarei chiesta, per esempio, se:
- ho usato gli ingredienti sbagliati
- ho impostato la temperatura del forno troppo alta o, forse, troppo bassa
- l’impasto era troppo duro
Che, poi, se la ciambella è solo mal riuscita nell’aspetto ma buona, la si mangia; in caso contrario andrebbe dritta nella spazzatura. Pazienza, se ne prepara un’altra prestando attenzione al forno, agli ingredienti, all’impasto, ecc…
Quando, però, questo accade in un progetto che sia di ristrutturazione o di styling lo stupore (non riesco a definirlo altrimenti) è grande e, qui, gli ingredienti principali e fondamentali sono due:
- Il committente
- Il professionista
Dimenticati della ciambella: la situazione è più complicata, le domande sono tante e molte rimangono senza risposta. Quando mi sono ritrovata io con la “ciambella senza buco”, fra i tanti interrogativi questi sono stati i più ricorrenti:
- cosa non ho colto durante gli incontri?
- è una questione di antipatie personali?
- sono state disattese delle aspettative
- la proposta progettuale non è piaciuta
L’elenco potrebbe continuare all’infinito, sta di fatto che quando non va, non va, punto! Non servono scuse, così come pensare di essere l’unico “colpevole” dove gli ingredienti sono due.
“No, la responsabilità è di entrambi”
Dal canto mio, quindi quello del professionista, avere il coraggio di ascoltare il proprio istinto e valutare di rinunciare al lavoro. Dal canto del committente l’onestà di capire se vuole avvalersi di un|una professionista oppure di un esecutore.
Giunti al punto di non ritorno, rimane solo la buona educazione e la serietà di chiudere in modo indolore e rispettoso la collaborazione.
Un progetto andato “storto” non ha solo un’eccezione negativa, ha anche un risvolto positivo e vale la pena farne tesoro. Uno su tutti (almeno per me)?
“L’importanza di ascoltarsi. La pancia non mente”
Io propongo soluzioni non suggestioni, uso tecnica e competenza per far immaginare fin dall’inizio quale potrebbe essere il risultato finale. Nel mezzo ci vuole il progetto e la sua esecuzione, nonché il tempo di farli. Fermarsi all’anticamera (termine perfettamente in tema con il mio lavoro!) è riduttivo e non basta prendere al volo alcuni spunti, serve svilupparli e verificarli in corso d’opera. Ecco perché ci si rivolge ai professionisti e non si cede al “fai da te”.
Comunque come in ogni storia che si rispetti, anche una consulenza “finita male” ha un suo lieto fine: lasciare posto a nuovi progetti. Così è stato anche per me.
Nel frattempo sono a Miami. Il lavoro chiama (anche) da oltre oceano. Seguimi su Instagram, ti darò qualche anticipazione.
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